Quando
avevo desiderato di non fare l'orlo ai pantaloni di Annamaria, non
sapevo che mi dovevo affettare un dito per evitare una carità così
elementare.
Perchè
dire di no ad Annamaria, una piccola di Dio, strumento potente della
sua salvezza, almeno per quello che mi riguarda( è stata lei
nell'ambito della missione parrocchiale del 2000 a portarmi a casa
il primo annuncio ), è peccato mortale, anzi mortalissimo, se così
si può dire.
Ma
io odio fare le pieghe ai pantaloni, un odio viscerale, atavico.
Per
il resto faccio tutto, specialmente le cose difficili, con l'ago, il
filo e la macchina da cucire.
Ho
continuato anche se l'occhio e le mani e le braccia mi hanno
costretto a brusche e ripetute frenate.
E
quando io funziono( si fa per dire), si ammutina la macchina.
Il
problema nel farle il piacere era che i suoi orari ( mattina e sera
va al centro di igiene mentale), non coincidono con i miei, a meno di
invitarla a pranzo.
Ma
anche questa non era per me una prospettiva piacevole, visto come
negli ultimi tempi i pranzi vanno a finire.
Quando ho telefonato ad Annamaria, per dirle che non potevo, mi ha risposto che Dio aveva già provveduto, perchè i pantaloni glieli aveva accorciati Luciana.
3 commenti:
Caspita. Povero ditino.
Puoi ben dirlo, poverino, ma il dolore l'ho sentito io e ti assicuro che fa male.Il polpastrello decapitato pensavo fosse un pezzo di patata. Infatti mi è successo mentro sovrappensiero affettavo con un arnese infernale, le patate per fare la pizza.
Ti ci mancava anche questa?????????
Così mischi ai vari dolori, un forte bruciore, se ti consola anch'io nell'aiutare un mio cugino che è venuto a cambiarmi il vetro rotto di una porta mi sono fatta un taglio al palmo della mano, per fortuna non profondo. Cosa ci vuoi fare cose che capitano a chi lavora.
Oggi sono a casa ancora di riposo, ho un po' di uscite da fare per sbrigare alcune faccende, se riesco magari ci sentiamo.
Ciao. Ti abbraccio forte.
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